Questa casa mi è subito apparsa un abuso di materia: un edificio fuori scala dalla forma inosservabile. I proprietari non vi abitavano in modo stabile. Nel momento in cui hanno deciso di farlo ho avvertito in loro il bisogno primario e universale di sentirsi a casa propria. Dovevo renderla accogliente. La condivisione del progetto e la fatica del cantiere ci ha permesso di misurare rinnovati bisogni, di costruire nuovi muri, di ripensare gli spazi e i movimenti lungo le linee rette, di guardare dalle stesse finestre e non vedere più le stesse cose. Abbiamo cambiato tutto pur non potendo cambiare nulla.
Adesso che la costruzione è conclusa la vita vi scorre dentro e tutto sembra avere una misura.